di Barbara Gerosa
L’aumento dei contagi e le vacanze sulla neve. Girandola di disdette e prenotazioni. Moretti, responsabile dell’Apt di Livigno: «Con il decreto di Natale l’occupazione per le festività è scesa all’85 per cento, ma siamo ottimisti». Allarme per le temperature
Fanno il pieno le stazioni sciistiche più vicine a Milano e alla Brianza, dove è possibile concedersi qualche ora sulla neve anche in giornata, numeri più ridotti per l’alta valle. Lo struscio nelle vie del centro non manca, ma i turisti stranieri sono pochi, fioccano le disdette negli alberghi, le seconde case sono tutte aperte. Un Capodanno tra luci e ombre in Valtellina. C’è voglia di ripartire, ma l’aumento dei contagi Covid (che pure in valle restano pochi) non concede il tutto esaurito registrato negli anni passati.
Sulle piste di Livigno
«A Livigno la situazione è stabile, abbiamo 11.500 posti letto occupati a fronte di una capienza di 15mila — spiega Luca Moretti, responsabile dell’Apt del paese —. La nostra è una località che vive soprattutto di presenze straniere, con il decreto di Natale, che prevede tamponi anche per i vaccinati per entrare in Italia, c’è stato un blocco delle prenotazioni che riguarda anche gennaio e febbraio. L’occupazione per le festività è all’85%, c’è ancora qualche camera libera: situazione anomala per questo periodo, ma restiamo ottimisti, lavorando soprattutto sul fronte della sicurezza». A Livigno giovedì sono state distribuite 3500 mascherine Ffp2 presso le quattro cabinovie Cassana, Sitas, Carosello 3000 e Mottolino e nelle piazzole degli autobus, e altrettante saranno regalate ai turisti il 2 gennaio. «Abbiamo fatto il pieno all’Immacolata e nelle due settimane successive, ora la situazione è più tranquilla — conferma l’amministratore del Mottolino, Marco Rocca —. Credo che molte persone abbiano rinunciato a partire all’ultimo minuto visto l’evolversi della situazione, l’impressione è che tanti siano anche bloccati in quarantena».
Ad Aprica
Situazione simile ad Aprica, dove però le seconde case sono tutte aperte. «Noto una certa discrepanza tra le presenze in paese e la gente sulle piste. Il caldo anomalo di questi giorni certamente non aiuta — dice Dario Corvi, sindaco di Aprica —. Fino al 20 dicembre gli albergatori avevano il tutto esaurito, poi sono iniziate ad arrivare le disdette. Che in parte riescono a rimpiazzare, ma per periodi più brevi, due o tre giorni, non di più». Così anche per i maestri di sci. «Si naviga a vista. Ogni giorno abbiamo prenotazioni e cancellazioni, anche a distanza di poche ore. Eppure le condizioni dell’innevamento sono buone, comunque nulla a che vedere con lo scorso anno quando eravamo fermi. Siamo comunque soddisfatti», conferma Luciano Stampa, vicedirettore della scuola sci Full Ski Aprica.
In Valmalenco
Sorridono i gestori degli impianti in Valmalenco, sopra Sondrio, a meno di due ore da Milano. «Sto guardando in questo momento i parcheggi ai piedi della funivia e sono tutti pieni — le parole di Franco Vismara, responsabile della ski area —. Molti fanno la classica toccata e fuga, sciano, mangiano nei rifugi all’aperto, rientrano la sera: la media è di circa quattromila biglietti staccati al giorno. Gli affitti settimanali o a stagione sono buoni, ho l’impressione che gli alberghi soffrano di più». «Abbiamo avuto alti e bassi, ma non ci lamentiamo — dice Franco Masanti, proprietario dello storico hotel Andossi di Madesimo —. È un continuo raccogliere prenotazioni e disdette. Noi per nostra scelta non accettiamo il green pass con tampone, solo vaccinati o guariti. Siamo una grande famiglia, ho sette nipoti, diversi dipendenti, non possiamo e non vogliamo rischiare. Abbiamo ancora qualche camera libera nonostante sia Capodanno e tutto sommato va bene così. Il Cenone? Solo per gli ospiti dell’albergo». Snocciola i numeri l’amministratore degli impianti di Madesimo Marco Garbin. «Abbiamo il 22% di skipass venduti in meno fino ad ora rispetto allo stesso periodo del 2019, che però è stato davvero un anno record. Nonostante tutte le difficoltà si lavora ed è quello che conta».
«Fuori pista a rischio slavine»
Un ultimo dell’anno con temperature anomale in Valtellina. Nella tarda mattinata sono arrivate a sfiorare i 17 gradi, sui versanti assolati la neve si è sciolta, vietato il fuoripista. «Il rischio valanghe sull’arco alpino resta due moderato, ma i pericoli non mancano- mette in guardia Valerio Rebai, responsabile Soccorso alpino della VII delegazione Valtellina-Valchiavenna. Dopo le ultime nevicate, in alcuni punti più isolati, specialmente negli avvallamenti, i forti venti hanno creato accumuli. Le piste tracciate sono assolutamente sicure, da evitare invece lo sci in neve fresca e fuori pista per il pericolo di slavine».
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31 dicembre 2021 (modifica il 31 dicembre 2021 | 16:16)
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Fonte: https://milano.corriere.it/notizie/lombardia/21_dicembre_31/capodanno-valtellina-pochi-turisti-raffica-disdette-ma-c-voglia-ripartire-caldo-anomalo-fuori-pista-rischio-slavine-a0e6c3ae-6a3f-11ec-b207-ac107188fcf7.shtml